come è profondo il mare nicolò carnimeoRecensione :Mi piace guardare il mare. D’estate. Soprattutto al tramonto. Chiudere gli occhi, allontanare i pensieri della giornata, e ascoltare il lento movimento delle onde che dolcemente spumano allungandosi sulla spiaggia ormai semideserta. I profumi del mare, dei doposole, le conchigliette che sbucano qua e là dalla sabbia, i runners e gli amanti delle benefiche passeggiate silenziose sul bagnasciuga, gli ombrelloni che, poco alla volta, vengono chiusi, lasciando spazio a giochi di luci e ombre dove il protagonista è il sole con la sua ultima magia prima di cedere il passo alla notte con le sue stelle … È un momento per me di serenità rigenerante. Per me, mare significa vacanza, estate, star bene. Così, quando ho scelto di leggere il libro-reportage di Nicolò Carnimeo “Come è profondo il mare. La plastica, il mercurio, il tritolo e il pesce che mangiamo (dal nostro inviato nella più grande discarica del pianeta)”, sapevo che mi sarei fatta in qualche modo del male, poiché l’immagine del “mio mare”, cosi poetica, sarebbe stata tristemente stravolta… ma sapevo anche che avrei imparato molto su un argomento che non avrei mai pensato di dimensioni così preoccupanti…
Dall’autore: “Racconto del mare di plastica, del mare di mercurio e del mare di tritolo, ma non voglio parlare di plastica, mercurio e tritolo: li ho scelti perché rappresentano la metafora più straordinaria della nostra esistenza, o meglio, del modo in cui abbiamo scelto di vivere (…). Sono salpato due anni fa, volevo scrivere sul mare, ma alla fine questo libro non parla solo del mare. Racconta di chi non si è arreso, di chi ha donato la sua vita al mare rendendola straordinaria. Charles Moore, Curtis Ebbesmayer, Bruno Dumontet, il postino di Zarzis non sono eroi, ma gente comune con la forza di un’idea da difendere, caparbi, determinati, capaci di lasciare tutto, abbandonare false certezze, lanciandosi nell’ignoto del mare, tuf andosi da queste rocce nel vuoto che attrae e respinge”.


Da sempre il Mediterraneo – il “mare fra le terre” – è stato un crocevia di popoli, culture, lingue, religioni, che ne hanno fatto il cuore pulsante del Vecchio Mondo. A segnare la storia del “grande mare”, il nome con cui era noto nella tradizione ebraica, non sono stati, secondo lo storico britannico David Abulafia, il clima, i venti o le correnti, ma gli uomini (navigatori, mercanti, missionari, condottieri, crociati, pellegrini, pirati), che, mettendo in contatto le regioni più remote di questo vasto bacino, lo hanno reso “forse il più dinamico luogo di interazione tra società diverse sulla faccia del pianeta”. Anziché richiamarsi a un’astratta e statica “identità mediterranea”, l’autore pone l’accento sul cambiamento di una regione che nel corso dei millenni ha visto sorgere e tramontare imperi e civiltà, è stata teatro di feroci battaglie per il monopolio politico e commerciale, e che infine, prima con la scoperta della rotta atlantica e poi con l’apertura del canale di Suez, ha perso sempre più importanza nelle relazioni e nei commerci internazionali, per trovare la sua nuova e insospettata vocazione nel turismo di massa e diventare, più recentemente, il complesso scenario di incessanti flussi migratori. Al centro di questa affascinante ricostruzione non ci sono soltanto gli eventi e i personaggi più importanti della storia economica, politica e militare, ma anche figure solo apparentemente di fondo…


Consigliamo questa raccolta di saggi, scritti da grandi autori, sapienti interpreti del Mediterraneo.
La cultura mediterranea può proporsi come alternativa, perché millenaria, ponderosa e gentile allo stesso tempo.



Il Mediterraneo può essere pensato come un “grande spazio”, una risorsa strategica e un luogo di cooperazione privilegiato. Una condizione perché questo possa accadere è ripensare il rapporto tra il processo di unificazione dell’Europa, la sua appartenenza all’emisfero occidentale, le sue radici mediterranee e la sua relazione con il mondo islamico. Alcuni dei temi trattati: l’esportazione della democrazia, i media, l’associazionismo civile nel Mediterraneo arabo-islamico, la mobilità migratoria, l’assedio militare, la questione palestinese, i diritti delle donne e il femminismo islamico, la questione penitenziaria, Europa e mondo islamico, il costituzionalismo.




Franco Cassano-Danilo Zolo (a.c.di), L’alternativa Mediterranea, Feltrinelli, Milano,2007.


Occorre restituire al Sud l’antica dignità di soggetto del pensiero, interrompere una lunga sequenza in cui esso è stato pensato solo da altri. Il pensiero meridiano è, innanzitutto, riformulazione dell’immagine che il Sud ha di sé: non più periferia degradata dell’impero’, ma nuovo centro di un’identità ricca e molteplice, autenticamente mediterranea. Questa nuova edizione è arricchita da una nuova prefazione dell’autore. Franco Cassano insegna Sociologia della conoscenza nell’Università di Bari.

Franco Cassano, Economica Laterza (Libro 362)

Franco Cassano (Ancona, 3 dicembre 1943) è un sociologo e politico italiano. Professore ordinario di Sociologia e Sociologia dei Processi culturali e comunicativi all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, all’attività accademica affianca quella di saggista ed editorialista. Tra le sue opere più note “Il pensiero meridiano” (1996) e “L’umiltà del male” (2011).







di Fatema Mernissi

L’autrice esplora i modi in cui le correnti democratiche nel mondo musulmano rileggono i testi sacri e si rifanno alle tradizioni islamiche per affermare visioni sociali, religiose e politiche opposte a quelle della violenza integralista.

“Ci sono luoghi”, ha scritto il poeta Iosif Brodskij, “che, esaminati su una mappa, ti fanno sentire per un breve istante un’affinità con la Provvidenza, luoghi in cui la storia è inevitabile, luoghi in cui la geografia provoca la storia”. Il bacino del Mediterraneo è costellato di simili luoghi e per millenni ha prodotto alcune delle più sorprendenti vicende storiche e culturali del pianeta. Questo libro è la più completa e aggiornata sintesi interpretativa dell’evoluzione del Mediterraneo, dai primi insediamenti umani e l’origine dell’agricoltura e della metallurgia fino al sorgere delle antiche civiltà: egizia, levantina, minoica, micenea, fenicia, etrusca, greca arcaica. Il Mediterraneo possiede requisiti non comuni che ne spiegano il precoce sviluppo: è il più grande mare interno del mondo ed è prossimo al nucleo fluviale nei pressi del quale si sono diffuse le prime civiltà. Non c’è quindi da meravigliarsi se le società che vi si affacciavano si siano rivelate eccezionali, e che, come importanti campagne archeologiche hanno evidenziato, il “Mare di mezzo” custodisca le fonti più ricche e preziose per lo studio delle culture antiche.

Sentimentale ma molto reale: in quattro navigazioni il viaggio si snoda dall’Egeo dei tempi di Ulisse alle coste romane di Ostia, da Costantinopoli all’Andalusia, da Ragusa a Cipro e infine da Alessandria d’Egitto a Ravenna. Di porto in porto, di tappa in tappa, ci ritroviamo in epoche diverse, nella Atene del V secolo a.C, a Cartagine alla vigilia della terza guerra punica, nella Valencia del Cid Campeador, nella Genova medievale, a Istanbul, e a Napoli all’inizio del Novecento. Ogni approdo racconterà un pezzo di storia del Mediterraneo, talvolta evocando il ricordo di grandi eventi, talvolta riscoprendo personaggi ormai dimenticati, ma sempre parlando anche di noi e di quel mare che non smette di suscitare speranze.

Video: Alessandro Vanoli “Quando guidavano le stelle”