Adottata all’unanimità in occasione della 3a SESSIONE PLENARIA
PRINCIPATO DI MONACO, 13-15 NOVEMBRE 2008

“Il Mediterraneo sta diventando il letto nuziale di Oriente e Occidente”. 
Michel Chevalier (1806-1879)

Prefazione
All’alba del terzo millennio, il Mediterraneo riesce ancora a darci delle buone ragioni di riuscita e speranza, invitandoci ad adottare e condividere un’arte comune del vivere. Noi, cittadini e parlamentari di tutti i Paesi del Mediterraneo, intendiamo rivendicare inequivocabilmente la nostra eredità e la nostra partecipazione all’avvenire, proclamando a voce alta le nostre convinzioni e le nostre idee attraverso la presente dichiarazione.

Il Mediterraneo é un mare interno che bagna le coste di tre continenti. Al centro tra Europa, Maghreb e Mashrek, questo mare é riuscito a trasmettere a tutti dei valori stabili, accendendo una interminabile curiosità per il proprio miglioramento e conoscenza. Le tradizioni complesse, che ancora resistono e prosperano su entrambe le rive, ci hanno insegnato a non denigrare mai la grandezza dell’uomo. Parlano di noi, ci dicono chi siamo e arricchiscono il nostro ambiente, ci donano un’identità e le libertà di cui essere fieri, e ci consentono soprattutto di avere fiducia nei nostri vicini.

Il Mediterraneo ci ha insegnato a dare e a ricevere, a lottare per il successo, ad interrogarci senza pregiudizi, e a guardare ad universi mentali differenti all’interno di un mondo intricato fin dai tempi di Omero e Virgilio. Le sue leggi, il suo sapere, le sue credenze, le religioni monoteiste, il rispetto per la natura e la bellezza, per il sacro e per la ragione, sono andati oltre le sue sponde, contribuendo all’esperienza totale dell’intero genere umano. E’ per questa ragione che noi, cittadini e parlamentari dei Paesi mediterranei, vogliamo dimostrarci all’altezza della nostra eredità. Il nostro scopo non è quello di valorizzare una civiltà a discapito di un’altra, o di disprezzare persone e proprietà, ma semplicemente di affermare l’esistenza, mentre guardiamo al futuro, di una saggezza, di una libertà e di un’eredità comune, che riteniamo siano un imperativo categorico per il futuro del pianeta.

 

Un’eredità comune
Pur essendo, su scala mondiale, un mare interno di modeste dimensioni, il Mediterraneo ha innegabilmente giocato un ruolo unico nella storia dell’umanità e nell’acquisizione delle sue libertà. In quanto “Culla di civiltà”, il Mediterraneo ha visto la nascita e il declino di popoli che hanno lasciato una traccia profonda nella cultura universale: Assiri, Egizi, Minoici, Ebrei, Ittiti, Fenici, Greci, Etruschi e Romani, e ancora Celti, Iberici, Arabi e Ottomani, tanto per citarne alcuni.

E’ anche importante sottolineare il fatto che le tre religioni monoteiste siano nate proprio nel Mediterraneo o nelle sue immediate vicinanze, ed é qui che hanno trovato la loro massima espressione. Nonostante i rapporti tra le religioni monoteiste siano stati spesso caratterizzati da una discreta conflittualità, le tre Rivelazioni sono sempre state considerate uno strumento di diffusione di una serie innumerevole di valori comuni che hanno contribuito a plasmare “l’anima mediterranea”. Assegnando un valore intrinseco alla figura dell’Uomo infatti, hanno dato dignità al genere umano, implicando un rispetto nuovo per la sua dignità fisica e morale. E tale eredità ci lega, e affida al dialogo inter-religioso una risonanza particolare, che deve essere rinforzata.

La storia del Mediterraneo, anche attraverso i suoi tumulti, ci aiuta a collocare nel tempo le civiltà e i popoli che si sono succeduti nel corso dei secoli. Periodi di relativa stabilità, in cui popoli o potenze dominavano il Mediterraneo, o vi giocavano un ruolo preponderante, si sono alternati a periodi di antagonismo tra forze rivali. La Grecia e le sue polis ai tempi di Pericle, l’impero ellenico di Alessandro Magno, la Roma dell’alto impero, l’impero romano d’oriente e la riconquista giustinianea, l’apogeo del Califfato degli abbasidi, l’impero ottomano dalla conquista di Costantinopoli e la disfatta di Lepanto, fino all’Inghilterra, potenza extra-mediterranea tra la fine del diciottesimo e l’inizio del diciannovesimo secolo, che ha concesso un periodo di pace e stabilità.

Durante le fasi di costruzione e di declino di tali imperi ognuno di essi, a stadi differenti, plurietnici e pluriconfessionali, il Mediterraneo é stato spesso teatro di feroci contese: Grecia contro Persia, Roma contro Cartagine, Bisanzio, e in seguito Spagna contro Impero ottomano, Francia contro Inghilterra ecc.
Spesso la storia distrugge ciò che ha costruito. Crollo di imperi, cadute e smembramenti di reami. E dopo l’unità, si susseguono multipolarità e diversità. Nel 395 la scissione dell’impero romano tra i due figli dell’imperatore Teodosio, al primo dei quali fu affidato l’Oriente e all’altro l’Occidente, creó una linea di frattura tra Est ed Ovest. Allo stesso modo la conquista arabo-musulmana che avvenne del corso del settimo secolo portó ad una separazione irreversibile tra la riva meridionale e quella settentrionale del Mediterraneo.
L’avvicendarsi di civiltà nel Mediterraneo sembra aver portato alla nascita di due grandi civiltà, quella Arabo-musulmana da un lato, e quella greca-romana-giudaico-cristiana dall’altro. Tale distinzione potrebbe sembrare piuttosto semplicistica, e soprattutto poco scrupoloso il tentativo di far confluire in quest’unica distinzione l’intera eredità della cultura greca, soprattutto considerando il ruolo essenziale svolto dai grandi filosofi e scienziati arabo-andalusi, come Ibn Sînâ (Avicenna) o Ibn Ruchd (Averroès), nella conservazione e trasmissione del patrimonio intellettuale della Grecia antica. Ciononostante, questa doppia descrizione ha il merito di chiarire quella divisione che tutt’ora esiste ed é ben riconoscibile tra i popoli del Mediterraneo. Anche se questo non significa che tale “frontiera mentale” sia insormontabile e anzi, non deve essere in nessun caso sovrastimata.

Uno spazio condiviso Sappiamo, fin dai tempi di Omero e dall’incendio di Troia, che la storia é sempre stata ricca di tragici avvenimenti. Nel Mediterraneo la guerra come la pace hanno sempre tessuto legami segreti tra le sue rive. Incuranti delle frontiere e dei differenti credo, gli uomini non hanno mai smesso di viaggiare da un paese all’altro. Come conseguenza, quell’odio che scaturiva dall’ignoranza ha iniziato poco a poco ad indietreggiare. Grazie al commercio, alla poesia e alla navigazione, le civiltà mediterranee, anche le più ostili e lontane non hanno mai smesso di fraternizzare. L’espansione greca e le conquiste romane nel Mediterraneo hanno portato ad un’apparente diffusione di coesione politica, suggellata dall’adozione di una lingua condivisa. Inoltre la diffusione di un modello urbanistico comune e la proliferazione di templi con frontoni e colonne simili e dedicati alle stesse divinità hanno dissimulato le profonde differenze esistenti sul territorio. Conquistatori e conquistati si sono mescolati gli uni agli altri influenzandosi reciprocamente e dando luogo a sintesi locali ed eterogenee. D’altro canto peró l’incredibile vitalità degli scambi intermediterranei ha condotto ad un dinamismo senza precedenti. Il continuo mescolarsi di idee e di modelli di vita ha contribuito a creare, se non una vera e propria civiltà, quantomeno una cultura, uno spirito e dei valori comuni a tutto il Mediterraneo. Attraverso “il mare tra le terre”, i marinai hanno trasportato, nei lori viaggi da una riva all’altra, differenti costumi e consuetudini, facendo del Mediterraneo un crocevia in cui tradizioni e culture si intrecciano. In questo panorama di “fertilizzazione incrociata”, alcuni punti di passaggio cruciali hanno fatto da agenti catalitici durante tutta la storia mediterranea: parliamo di città quali Al-Andalus, Venezia, Bisanzio-Costantinopoli-Istanbul, Alessandria, Cartagine o ancora Salonicco o Marsiglia.
Tra i valori mediterranei forgiati dalla storia, sembra doveroso menzionare anche il senso di ospitalità, quello di appartenenza alla famiglia, lo stimolo al dibattito, il gusto per il bello e la natura, l’apertura all’altro, il senso della tragedia….. Nessuno dei valori sopra menzionati può essere considerato appannaggio di uno specifico paese o regione, ma é proprio la loro combinazione che forma un’eredità comune di proporzione senza precedenti.
D’altro canto scrittori e artisti del Mediterraneo hanno contribuito a far emergere un “Mediterraneo mentale” che é al tempo stesso reale e immaginario, le cui rive sono illuminate dalla stessa luce, bagnate dalla stessa acqua dal colore blu cristallino, e su cui trovano la vita le stesse specie endemiche di piante, uliveti, vigneti, alberi di fico, e di spezie orientali che oggi costituiscono il simbolo del nostro paesaggio, assieme ad aranceti, mandorli o albicocchi. Dunque questo metaforico “crogiuolo” non é privo di significato e ci si puó fare esplicitamente affidamento ogni qual volta si invoca questa eredità comune in cui “l’alfabeto é fenicio, i concetti sono di derivazione greca, il diritto é romano, il monoteismo semita, l’ingegnosità punica, la scienza araba, il potere ottomano, la coesistenza andalusa, la sensibilità italiana, l’avventura catalana, la libertà francese e l’eternità egizia”.

E’ possibile leggere la storia del Mediterraneo come un cammino lungo e complesso, che va dalla diversa unità dei tempi più antichi fino all’unita diversità di quelli moderni. Naturalmente non c’é ragione di rimanere incantanti dalla versione idilliaca dei fatti. Diciamo piuttosto che l’incertezza e le minacce del passato ci insegnano che é ragionevole sperare ma urgente agire. E’ giunto il tempo di venire a patti con il significato di “essere mediterraneo”, e di tracciare i confini della nostra eredità comune. Il futuro si scrive sempre sulle tracce del passato.

 

Una sfida collettiva
In verità il Mediterraneo non ha sempre soddisfatto le aspettative create nei suoi confronti. Dobbiamo affrontare insieme una realtà complessa, e alle volte pericolosa, sul triplice piano della politica, dell’economia e della cultura:  Dal punto di vista politico: esistono numerosi focolai di tensione nel Mediterraneo, il piu’ importante dei quali é il Medio Oriente, con le sue ripercussioni negative che vanno al di là della Regione. Inoltre molti degli Stati rivieraschi sono stati, o sono tutt’ora l’obiettivo di attacchi terroristici;  Dal punto di vista economico: il divario di sviluppo tra la costa meridionale e quella settentrionale é considerevole, e questa tendenza é destinata ad accentuarsi; tale disparità di livelli di vita conduce inevitabilmente a delle pressioni migratorie di grande portata: in qualità di zone di transito, i Paesi al sud del Mediterraneo sono costretti ad affrontare il problema del cospicuo numero di immigranti illegali, così come era accaduto per lungo tempo ai Paesi del Mediterraneo settentrionale. I tentativi di attraversare il Mediterraneo a bordo di imbarcazioni di fortuna hanno causato la perdita di numerose vite umane; le economie mediterranee, ancora lontane dal rispetto degli imperativi di sviluppo sostenibile, accrescono in questo modo i rischi ambientali associati alle attività umane;  Dal punto di vista culturale: la scarsa consapevolezza della diversità tra culture e religioni accresce pericolosamente, provocando delle inquietanti spinte di intolleranza. Queste semplici constatazioni servono a rendere misurabile l’entità delle sfide che attendono quanti vogliono fare del Mediterraneo una zona di pace, di mutui scambi e di prosperità condivisa.