Quattro scenari per i Balcani in Europa

Tra dieci anni quali saranno i rapporti tra Unione europea e paesi dei Balcani? Da Graz arrivano quattro scenari per guardare all’allargamento

Dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione europea, l’estate scorsa, passerà circa un decennio prima che i prossimi paesi dei Balcani occidentali compiano lo stesso passo. Quali sono gli scenari che si potrebbero avverare in tale lasso di tempo, e quali sono i rischi? Se ne occupa ora un policy paper del BiEPAG ( Balkans in Europe Policy Advisory Group * ) The unfulfilled promise: completing the Balkan enlargement

Quattro sono gli scenari individuati nello studio: la continuazione del processo d’allargamento secondo i criteri attuali (“Business as usual”); l’alienazione dei paesi balcanici rispetto all’UE, seguendo il percorso della Turchia; l’abbandono totale del processo d’allargamento e una nuova instabilità regionale; e un nuovo “big bang” balcanico che invece ne acceleri l’integrazione europea.
Business as usual?

Lo scenario più plausibile secondo il BEPAG è che il processo d’allargamento continui lungo i binari attuali. Riformato nel 2010-11 a seguito delle lezioni apprese dall’allargamento a Romania e Bulgaria, il processo d’allargamento si basa oggi sui criteri di “Copenhagen plus”, gli stessi decisi nel 1993 a Copenhagen – democrazia, economia di mercato funzionante, capacità di mettere in atto gli impegni europei – più criteri specifici ad ogni paese candidato dei Balcani – dalla cooperazione con l’ICTY alla normalizzazione delle relazioni bilaterali con i paesi vicini.