Mediterraneo dei diritti: una sfida per l’Europa

Da molti anni il Mediterraneo è teatro più di tragedie (migrazioni, morti, conflitti, guerre, ecc.) che di eventi da raccontare come promotori di progresso, economico, civile e di conquiste di libertà.

L’Europa, ma non sono da meno gli USA, con presunta minaccia dell’invasione, numericamente poco sostenibile (Il 2018 si è chiuso, per l’Italia, con un totale di 23 mila sbarchi di migranti, in brusco calo dai 119 mila del 2017 e dai picchi degli anni precedenti), cavalcata da diversi capi di governo, compreso quello italiano, si dimostra sempre meno accogliente e disponibile a rispettare e concedere diritti.

Non solo, personale di governo e leader politici, utilizzando un linguaggio spesso derisorio e carico di disprezzo, istigano all’intolleranza, al limite del razzismo, di cui si registra un preoccupante aumento.

Dimenticando, troppo spesso, che a fronte di 5 milioni di immigrati presenti in Italia, di cui solo 3,7 milioni non comunitari, molti dei quali lavorano, aprono imprese e pagano le tasse (2,2 milioni sono gli iscritti all’INPS), altrettanti italiani vivono attualmente all’estero.

L’applicazione dell’art.10 della Costituzione dove si scrive che  “Lo straniero a cui sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica…” incontra ostacoli e restrizioni crescenti.

L’art.19 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, approvata nel 2000, dove dice che: “1. Le espulsioni collettive sono vietate. 2. Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti“, praticamente non si applica.

In conclusione, “L’agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza“, come recita l’art.1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, perché “Tutti gli essere umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti” viene sempre più spesso contraddetto da comportamenti e parole che vanno in tutt’altra direzione.

Buone pratiche di integrazione e convivenza tra immigrati e residenti, vedi il caso di Riace, sono ostacolate e guardate con sospetto, quando dovrebbero costituire buoni esempi da sostenere, correggendole dove necessario, e replicare.

Per non parlare della negazione, in troppi Paesi extra europei che si affacciano sul Mediterraneo, dei diritti più elementari, come sono le libertà democratiche e d’informazione.

Per le popolazioni oppresse da governi e regimi illiberali l’Europa dovrebbe costituire un faro di libertà e diritti inviolabili delle persone. Ma questa Europa appare sempre più reticente, chiusa in se stessa e poco disponibile.

Di tutto questo si parlerà nelle tre giornate della edizione 2019 degli INCONTRI DEL MEDITERRANEO.

 

Programma:

Giovedì 21 marzo: Diritti umani e libertà negate sul fronte Mediterraneo

Venerdì 22 marzo: Tutti hanno diritto ad un futuro migliore. Buone pratiche di accoglienza e integrazione

Sabato 23 marzo: Mediterraneo dei diritti: una sfida per l’Europa

 

Focus AMBIENTE MEDITERRANEO

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua

22 marzo: Celebrazione della Giornata con gli studenti delle classi V delle scuole primarie, con l’intervento di Ivano Vassura, professore associato al Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Bologna, Polo di Rimini

25 marzo: celebrazione della Giornata con gli studenti delle scuole superiori, presso il Liceo Volta di Riccione, ore 10-12, con l’intervento di Franco Borgogno, giornalista, fotografo, naturalista e autore del libro Un mare di plastica, 2018.